Nell’ultima prova svolta ad Anaheim 2, Chad Reed ha dimostrato di poter essere ancora un pilota veloce e competitivo, nonostante le 36 primavere sulle spalle. Il quinto posto conquistato nel terzo Main Event della serata ha un peso non indifferente, che va oltre al risultato.
Passano gli anni, ma certi talenti non sembrano affievolirsi. L’alfiere del Team Suzuki è stato autore di una brillante performance sotto ogni punto di vista. Se la moto non lo avesse tradito a pochi istanti dal via di Gara 2, Chad avrebbe sicuramente centrato la Top 10 assoluta. Una sfortuna messa prontamente in archivio con una gara degna del palmares che può vantare.
Molti campioni che hanno duellato con lui nelle stagioni passate sono da tempo in fase di “pensionamento”. Lui, invece, rimane presente. Qualcuno gli avrà detto che non vuole accettare il passare del tempo. Il punto fondamentale, però, rimane un altro: Reed continua a correre perché porta viva nell’animo la stessa passione di quando era un ragazzo alle prime armi. Proteso ad infilarsi in un contesto dove è facile ritrovarsi a contatto con pilota che hanno 10/15 anni in meno di lui. Eppure niente sembra scalfirlo.
Nel corso del Main Event centrale l’australiano è stato intervistato a bordo pista, al fine di scoprire il motivo della mancata presenza alla gara. Nei suoi occhi si è intravisto l’ardore di chi si sente ancora parte di uno spettacolo meraviglioso. A ragion veduta, perché il due volte campione Supercross ha offerto in ogni circostanza un grosso contributo a questa specialità.
Il duello serrato con Ken Roczen andato in scena ad Anaheim 2, perdurato per buona parte della frazione conclusiva, ha esaltato le doti di guida del pilota più esperto del lotto. Nonostante i 12 anni di differenza dal tedesco, Reed è stato in grado di tenergli testa per lunghi tratti della prova, confermando di essere un osso duro per chiunque.
In lui si trova la voglia di elargire un’emozione, di fermare il tempo ancora per un po’. Ripetendo procedimenti e meccanismi conosciuti a memoria. Sembra che Reed non possa fare a meno di provare sensazioni che da anni sono parte integrante della sua vita. Se lottare per il titolo non è più possibile, rimane comunque un compito da portare a termine, provando ancora a dettare un ritmo, tentando un acuto, una gara con dentro il meglio del suo repertorio.
In queste situazioni serve anche avere lo stimolo giusto per non demordere. C’è un record da battere, quello conquistato a Daytona l’anno passato da Justin Brayton, divenuto il pilota più anziano a conquistare una gara di Supercross. Forse Reed mira proprio a quello o magari preferisce godersi quel che viene, senza fare troppi calcoli. Questo non lo possiamo sapere. Quel che resta palese agli occhi di tutti è la voglia di rimanere in lotta, di prolungare queste sensazioni per quanto più tempo possibile. E chissà che Chad non riesca presto a stupirci per l’ennesima volta.
Articolo by Matteo Portinaro – Foto by AMA Supercross (FB Page)
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