In occasione della Supercross Cup – Luca & Friends, Gianfranco Passera e Dalila Cherubin, hanno scambiato due chiacchiere con Angelo Pellegrini, non solo pilota del Team AL Motosports ma, per quella sera, anche organizzatore dell’evento insieme al fratello Luca.
Foto by Dalila Cherubin
Ciao Angelo e ben tornato su Motocross Addiction. Allora, ci puoi raccontare in due battute la storia di questo evento, com’è nato e come si è evoluto nel tempo?
In realtà l’evento è nato perché organizzato da alcuni nostri amici, un evento amatoriale, per beneficenza, per aiutare Luca. La prima è stata nel 2010 e sino al 2013 lo hanno gestito i nostri amici. Dopo di ché loro non riuscivano più a star dietro all’evento e lo abbiamo preso in mano io e Luca. Da quel momento è diventato un lavoro vero è proprio: vendiamo gli spazi pubblicitari come tutti gli altri eventi, uno su tutti il Sx di Genova, e dai guadagni riusciamo anche ad aiutare l’associazione ‘Riders For Riders’. In poche parole lavoriamo tutto l’anno per organizzare questa gara.
Questa sera il pubblico è quello delle grandi occasioni, quasi da fare invidia al Mondiale e questo è un bel modo di essere ripagati per tutto il vostro lavoro. Quanto vi fa piacere vedere una così grande risposta del pubblico?
Naturalmente è bellissimo perché il lavoro di un intero anno si racchiude in questa unica giornata quindi vedere così tanta gente e come prendere un ‘dieci’ ad un esame! E penso proprio che un bel ‘dieci’ lo abbiamo preso perciò siamo contenti!
Ora voglio farti una domanda riguardante il Supercross visto che naturalmente è il tuo ‘ambiente’. Tu hai vissuto entrambe le realtà, quella europea e quella americana; nel motocross gli europei sono oramai a livello dei piloti americani, nel supercross com’è la situazione secondo te?
Considerando che Roczen ha fatto secondo in Campionato quest’anno e Musquin lo scorso anno ha vinto potremmo dire che dovremmo essere lì, a grandi linee. La differenza fondamentale è che qui il motocross lo puoi fare più o meno come la, mentre il nostro Supercross è molto diverso dal loro quindi loro hanno questo vantaggio. Per il resto agli europei non manca niente. Per esempio, io sono andato da solo in Usa, senza nemmeno un meccanico, con un furgone e la moto originale e comunque mi sono qualificato ottenendo un undicesimo posto come miglior piazzamento. Naturalmente avrei potuto fare di più con una moto a posto, se avessi potuto dormire invece di guidare o di lavorare sulla moto. Se penso ai primi del mondiale, sicuramente tra qualche anno vedremo Gajser andare forte di la. E comunque anche in passato ci sono stati piloti forti tipo Pourcel. La chiave di tutto è stare la per potersi allenare come loro. Se sei li, la cosa si può fare.
Abbiamo visto che ultimamente il Mondiale di Motocross si sta orientando sempre più verso lo stile Supercross con tracciati come quello in Svizzera o in Olanda. In Italia ciò è un po’ più difficile! In generale, pensi che sia una buona soluzione questa per riuscire a portare il grande pubblico a vedere una gara di Motocross?
Allora, io la gara in Svizzera non l’ho vista però me ne ha parlato mio fratello Luca quindi e come se l’avessi vista. Naturalmente,in un contesto come quello svizzero si fornisce un servizio migliore al pubblico che non è quello di stare in piedi attaccato ad una rete! Naturalmente il motocross fatto in quella maniera è più costoso ma in quel caso vai a vedere una sola gara all’anno, come nella MXGP, sai che paghi ma sai anche che sei servito e riverito. Nel Motocross invece si è spesso costretti a stare tra fango o polvere e naturalmente ci sono sempre e solamente i veri appassionati, non il pubblico delle grandi occasioni. Io sono a favore di questo direzione che il Mondiale sta intraprendendo.
Non so se tutte le strutture che abbiamo in Italia saranno in grado di adeguarsi a queste nuove linee guida però la triste realtà è che, anche in Italia, il Motocross è uno sport praticato da tanti ma visto da pochi e sempre i soliti. Tu cosa ne pensi, quale pensi sia la soluzione?
Avete fatto caso quanto stanno spingendo in ‘comunicazione’ lo staff di Maggiora, in vista dell’MXoN di quest’anno? Sicuramente sarà un successo perché stanno portando l’evento agli occhi del grande pubblico. Se loro non avessero investito quello che hanno investito in ‘comunicazione, sicuramente l’appassionato avrebbe fatto anche 1000 km. per essere presente ma il pubblico occasionale non ci sarebbe andato perché non al corrente dell’esistenza di un evento del genere. La chiave del successo oggi giorno è tutta lì!! E’quello che abbiamo fatto anche noi nel nostro piccolo. Abbiamo coinvolto Dj e ragazze immagine… ad esempio oggi c’è Locatelli: sembra poco ma lui ha migliaia di follower ed ha una grande capacità di far circolare le informazioni anche con la sola condivisione di una locandina. Se viene anche solo il 2% dei suoi ‘follower’ comunque avvicini persone esterne al classico appassionato e se sommi le varie situazioni, riesci ad avere un pubblico importante. Questo è quello che abbiamo fatto. Il trucco è tutto li.
Ok Angelo. Grazie per la tua disponibilità e buon proseguimento di serata visto che tra un po’ disputerai le tue manche di gara.
Grazie 1000. Grazie a voi per essere venuti. Ci vediamo alla prossima!